Le mani curano, il tatto è una via di conoscenza: Inka Qhaqoy
- Sonia
- 29 lug 2019
- Tempo di lettura: 2 min

Le mani: il nostro primo grande potenziale di cura a disposizione di noi stessi e degli altri!
Il tatto: il primo senso che si sviluppa nel grembo materno!
Quando ci facciamo male è istintivo... avviciniamo le nostre mani al corpo e cerchiamo di placare il dolore. Così è per il piacere: arriva dal nostro corpo e dall'esplorazione dei nostri sensi!
Il corpo parla di noi, perché in esso si fermano le nostre emozioni, si manifestano i ricordi: noi siamo il libro di ciò che abbiamo vissuto.
Il massaggio, per gli indiani Quechua, è un'arte terapeutica. Fu usata per secoli, in modo particolare dai curanderos del Perù e della Bolivia, per ristabilire un rilassamento profondo, portare cura e attenzione ad un'anima che lo necessitava e favorire lo stato di salute e di benessere psico-fisico. "Quando parlano di salute gli Indiani Quechua, discendenti degli lncas, intendono il giusto equilibrio tra l’uomo e la natura. Nella malattia essi individuano un segnale di squilibrio tra questi due elementi e quindi ritengono che per guarire si debba ritrovare questo equilibrio" (H.H.Mamani) Con il massaggio Qhaqoy (così è chiamato dai curanderos) si aiuta ad armonizzare la persona e la sua energia personale che, nel vivere, può subire eccessi o indebolimenti derivanti dalle tensioni emotive continue (ansia, dolore, rabbia, gelosia, stress, paura, preoccupazioni).
Gli antichi andini avevano una profonda conoscenza dell'essere umano e del suo legame con il cosmo: questa sapienza ha portato, nella "semplicità" del tocco delle mani, un potente strumento di riequilibrio del suo aspetto fisico-mentale e spirituale. La pratica costante di questa tecnica aiuta ad elaborare i vissuti e a sviluppare la consapevolezza di sé. Il Qhaqoy quindi non è solo massaggio del corpo ma di una sfera più alta che potremmo definire dell’anima.
Comments